Buongiorno a tutti,

 

forse stiamo tornando alla normalità. Tutti gli indici presi a riferimento, quali parametri dell’andamento della pandemia, sembrano dirci che ci troviamo nella fase conclusiva. Un periodo durato due anni che ha modificato le vite di tutti. Fra poche settimane è assai probabile che ci lasceremo alle spalle se non la pandemia, almeno le limitazioni imposte per fronteggiarla. Tutti felici quindi?!

Nemmeno per idea. Proviamo a riflettere. Immaginiamo quelle belle influenze che in passato ogni tanto ci capitavano e ci costringevano a casa per due o tre settimane. Alla fine di quel periodo più o meno lungo, provavamo un senso di profonda libertà il primo giorno di ritorno alla normalità: uscire di casa per andare al lavoro, incontrare gli amici, riprendere la vita normale.

Nel caso della pandemia, le cose sono andate un po’ diversamente.  Il tempo è stato infinitamente lungo e qualcuno ha pensato che forse non ne saremmo mai usciti. Innanzitutto ci siamo dovuti abituare a qualche cambiamento del tutto inatteso: i figli a casa a fare i conti con una nuova modalità di studio (difficile chiamarlo apprendimento); DAD Didattica a distanza. Cosa sia accaduto a questi ragazzi in questi anni, inizieremo a scoprirlo un poco per volta … ora c’è persino qualcuno che intende ripristinare le modalità di esame di maturità ante COVID-19. E gli studenti manifestano contro la proposta degli esami di maturità decisa dal ministro Bianchi, con seconda prova scritta e colloquio.  E’ possibile tornare alla normalità dopo che la scuola ha perso ogni attrattiva e solidità?

Per le persone che lavorano, dopo lunghi mesi di adattamento in massa a modalità inedite di lavoro, di consumo, si preannuncia il ritorno alla normalità: queste persone hanno stravolto la loro vita per un paio d’anni dovendo fare i conti, appunto, con modalità fino ad allora impensabili: diverso il modo di gestire i figli; diverso il modo di lavorare; diverso il modo di fare la spesa; diverso il modo di usare i trasporti; diverso il modo di stare insieme magari in 60/70 mq.; diverso il modo di socializzare.

E’ possibile tornare alla normalità, peraltro con una crisi energetica che graverà sul bilancio della stragrande maggioranza delle famiglie già provate dalla pandemia?

Se normalità significa ritornare a fare i conti con la precarietà del lavoro, con l’assenza di una politica dei trasporti, con l’assenza di forme adeguate di welfare per anziani e minori, con una scuola affetta da schizofrenia, allora forse è lecito pensare che la normalità farà ancora più paura della pandemia. A tutto questo aggiungiamoci anche il rischio dell’inflazione dovuta alla crisi energetica ed il puzzle è quasi completo.  Quasi.  Perché ancora non abbiamo riflettuto sugli effetti della paura: prima della pandemia che non conoscevamo ed ora del ritorno ad una normalità aggravata dalle conseguenze della pandemia.

Quanto lavoro da fare ancora …. Iniziamo col riflettere!  Se lo facciamo, qualche possibilità di farcela ce l’abbiamo …

Un saluto.

Zavoratti