Buongiorno,

Ai più, il nome di Stephane Lissner non dirà assolutamente nulla. Ed ho motivo di ritenere che nemmeno a chi occupa le poltre più importanti del governo questo nome dica qualcosa, sebbene dal 2019 diriga uno dei più importanti enti lirici d’Italia; sovrintendente e direttore del Teatro di San Carlo a Napoli.  E prima di tale data abbia ricoperto alcuni tra i più prestigiosi ruoli nei maggiori teatri d’Europa. Si tratta di un soggetto che si porta dietro un curriculum vitae di altissimo livello:

  • Nel 1972 Lissner, crea a Parigi il Théâtre mécanique.
  • Dal 1977 al 1978 è segretario generale del Teatro di Aubervilliers
  • Dal 1978 al 1983 è condirettore del Centro nazionale di arte drammatica di Nizza.
  • Dal 1988 al 1998 è direttore del Theatre du Chatelet.
  • Dal 1998 al 2009 è direttore del Festival di Aix-en-Provence
  • E’ stato anche direttore generale dell’Orchestre de Paris, direttore musicale del Festival di Vienna
  • Condirettore del Théâtre des Bouffes-du-Nord di Parigi
  • Dal 2005 al 2015 è sovrintendente e direttore artistico del Teatro alla Scala; primo non italiano a rivestire questo incarico nella storia del tempio della lirica milanese.
  • L’8 ottobre 2012 è nominato dal ministro della Cultura e della Comunicazione francese, direttore delegato dell’Opera national de Paris, incarico transitorio che prelude alla successione del direttore in carica Nicolas Joel prevista nel luglio 2015, allorché il mandato di quest’ultimo sarebbe dovuto andare in scadenza. Giacché Joel si dimette con un anno di anticipo, dal 9 luglio 2014 Stéphane Lissner è ufficialmente direttore dell’Opéra national de Paris,

Ma è proprio perché agli ignoranti componenti dell’attuale governo questo nome non dice nulla che si è voluto decidere di poter fare a meno di un simile personaggio senza tanti rimorsi. Non solo. Nessuno sa chi sia, cosa abbia fatto nella vita, ed il suo valore. Ma siccome il suo contratto sarebbe scaduto nel 2025, per poterlo “asfaltare” senza tante paturnie, allora è meglio fare un Decreto Legge. Detto e fatto. Il n. 51/2023 del 10 maggio 2023.

O forse, Stephane Lissner è stato fatto fuori per mandare un segnale ai francesi dopo le esternazioni del Ministro degli interni Gerald Darmanin e del capo del partito macronista Stéphane Sejourné? Bah … vallo a sapere.

Tutto è possibile con persone di questo tipo. Ma torniamo pure a Lissner e al Decreto 51/2023 che da oggi possiamo anche rinominare “decreto legge Lissner”. Breve; sintetico; chiaro! Non ci devono essere dubbi:

Disposizioni in materia di fondazioni lirico-sinfoniche

  1. All’articolo 5, comma 9, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, il settimo periodo è sostituito dal seguente: «Alle fondazioni lirico-sinfoniche di cui al decreto legislativo 29 giugno 1996, n. 367, e di cui alla legge 11 novembre 2003, n. 310, il divieto di conferimento di incarichi si applica al raggiungimento del settantesimo anno di età.».
  2. All’articolo 13, comma 3, del decreto legislativo 29 giugno 1996, n. 367, dopo il primo periodo, è inserito il seguente: «Il sovrintendente cessa in ogni caso dalla carica al compimento del settantesimo anno di età.».
  3. I sovrintendenti delle fondazioni lirico-sinfoniche che, alla data di entrata in vigore del presente decreto, hanno compiuto il settantesimo anno di età, cessano anticipatamente dalla carica a decorrere dal 1° giugno 2023, indipendentemente dalla data di scadenza degli eventuali contratti in corso.

Serve altro?  E tutto questo per ottenere cosa? Siamo nel campo delle ipotesi ovviamente. Liberi di pensarla anche diversamente e pur tuttavia, l’omicidio (professionale) di Lissner doveva servire per “risarcire” Carlo Fuortes, Amministratore Delegato RAI fino all’8 maggio scorso, costretto a dimettersi anticipatamente per lasciare il posto a Roberto Sergio.  Partita a scacchi nella migliore tradizione partitica: prima denuncio tutte le porcherie della precedente maggioranza annunciando cambiamenti non solo di rotta ma anche di metodo; e poi, reiterando tutti i pessimi comportamenti denunciati, alla faccia di “chi si è visto si è visto”. Peraltro, in tutto, questo, lasciando un forte amaro in bocca a molti …

E secondo voi, quando durerà …?

Un saluto.

Zavoratti

 

https://www.lucioberno.it/wp-content/uploads/2023/05/GU-DL-n.-51_2023.pdf