Buongiorno,
la manovra di bilancio o manovra finanziaria per il prossimo anno, si avvia alla sua conclusione; sono passate le linee generali al Consiglio dei Ministri ed ora troverà la sua consacrazione nelle aule parlamentari, con o senza voto di fiducia.
La lettura dei quotidiani di stamane è altamente istruttiva. In particolare l’editoriale di Sallusti che saluta la nuova manovra con un titolo di grande effetto: LA STRADA GIUSTA. Dal suo editoriale si rileva:
“… nessun provvedimento sarà rivoluzionario, rivoluzionaria è la strada intrapresa per sterzare il corso del reddito di cittadinanza, delle pensioni, della pressione fiscale, del rapporto tra Stato e cittadini. …In campagna elettorale si indicano gli obiettivi da raggiungere in cinque anni, la strada e la velocità dipendono dalla macchina che hai trovato in garage, che non è la tua ma di chi ti ha preceduto come inquilino e in poco più di un mese il massimo possibile era fare un tagliando, non certo trasformare una scassata berlina in un bolide”.
Coraggioso sostenere che il precedente inquilino ha lasciato in garage un’auto scassata. Fortunatamente la quasi totalità delle cancellerie europee e non solo, sono di parere un po’ diverso da quello di Sallusti.
Come che sia, provo ad analizzare uno solo degli interventi definiti “la strada giusta” ovvero la flat tax che passa dagli attuali 65 mila euro ai nuovi 85.000,00 euro.
Con l’aiuto del mio commercialista, dott. Maurizio Arrigoni che non mi ha mandato a quel paese quando gli ho chiesto di darmi una mano nel mettere giù un po’ di numeri, e per questo lo ringrazio di vero cuore, ho provato ad immaginare due diversi soggetti: un libero professionista/lavoratore autonomo ed un lavoratore dipendente/pensionato, che percepiscano il medesimo reddito: 85.000,00 euro lorde. Questi i calcoli:
AUTONOMO/PROFESSIONISTA | DIPENDENTE/PENSIONATO | |
Fatturato/retribuzione | 85.000,00 | 85.000,00 |
Costi detraibili forfettariamente 22% (*) | 18.700,00 | 0,00 |
IMPONIBILE | 66.300,00 | 85.000,00 |
Oneri deducibili | 0,00 | ? (**) |
Oneri detraibili | 0,00 | ? (***) |
TAX | 9.945,00 | 29.450,00 |
(*) la percentuale varia in funzione del codice ATECO
(**) per quanto attiene agli ONERI DEDUCIBILI nella misura del 100% si farà riferimento a quanto previsto dall’art. 10, D.P.R. 22 dicembre 1986 n. 917.
(***) per quanto attiene agli ONERI DETRAIBILI nella misura del 19% (ad eccezione dei bonus casa) si considerano: spese mediche, interessi mutuo prima casa, spese scolastiche, sportive, assicurazioni vita/inf., spese per ristrutturazione immobili, detrazione risparmio energetico, sisma bonus, 110% bonus, bonus facciate, bonus mobili, etc.
Prima di ipotizzare ogni conclusione occorre tenere a mente almeno una differenza tra i due soggetti analizzati, ovvero che il libero professionista o lavoratore autonomo ha, almeno in via teorica, la possibilità di non fatture le sue prestazioni e quindi percepire almeno una parte di reddito in “nero”; il lavoratore dipendente o pensionato, non dispone di questa possibilità per i redditi erogati da un sostituto d’imposta.
E ora, tenuto conto della considerazione appena espressa, possiamo azzardare ciascuno la propria conclusione su questa operazione della nuova “flat tax” che il signor Sallusti definisce “la strada giusta”. Giusta per chi?
La platea di chi riesce a fatturare 85.000 euro all’anno è decisamente ristretta e limitata, ragion per cui la flat tax è sicuramente una manna dal cielo per chi si avvicina alla soglia massima, ma non altrettanto può dirsi per chi invece è molto lontano dal tetto massimo.
Per la maggior parte dei lavoratori autonomi, con fatturato inferiore ai 30.000 euro, molto probabilmente la flat tax non converrà, proprio perché l’impatto degli oneri deducibili e detraibili nella dichiarazione dei redditi è tale per cui l’aliquota media Irpef si attesta ad un livello inferiore al 15%.
Per tutti gli altri, sarà necessario procedere con una verifica di convenienza “caso per caso”, dal momento che sposare la flat tax significa rinunciare a tutta una serie di costi di gestione anche imprevisti o imprevedibili (vedasi l’impatto del costo delle bollette dell’ultimo anno) tanto per citare un esempio eclatante che, nel caso di flat tax, non sarebbero detraibili.
Quindi in un periodo di alta inflazione, di costi gestionali in significativa ascesa, di costi energetici fuori controllo, e di una prevedibile frenata del PIL nazionale nel prossimo anno, siamo davvero sicuri che saranno in molti ad affidarsi ciecamente alla flat tax?
Un altro dato importante da tenere in considerazione è la platea a cui la manovra si esprime: autonomi e professionisti. Quanti sono? Oltre 5 milioni i lavoratori autonomi e circa 1.400.000 i liberi professionisti ai quali possiamo aggiungere un ulteriore milione per quei professionisti non iscritti agli ordini. In altre parole, la platea potrebbe attestarsi all’incirca attorno ai 7.500.000 persone che non fattureranno tutte 85.000,00 euro.
Un ultimo dato importante, invece, è il numero di lavoratori dipendenti e pensionati che non usufruiranno di nessuna flat tax. Quanti sono? Oltre 24 milioni i lavoratori dipendenti ed oltre 16.000.000 i pensionati, per un totale di 40.000.000 di persone.
Da ultimo, consideriamo che l’introito ridotto di entrate per lo stato, conseguente all’innalzamento del tetto della flat tax, dovrà necessariamente tradursi in qualche “taglio” che ricadrà sui 40.000.000 di soggetti che non avranno potuto usufruire dei vantaggi del flat tax, e subiranno un ulteriore vessazione per i tagli ai servizi, primo fra tutti, la sanità!
Ed ora abbiamo tutti i numeri per azzardare un possibile giudizio finale sulla manovra della nuova flat tax. Complimenti al governo. E’ certamente la strada giusta!
Un saluto.
Zavoratti, con il contributo del suo commercialista.
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