Buongiorno,

mi sono imbattuto in documento di gande interesse e che allego per i più volenterosi. Si tratta di un fascicolo di 394 pagine (sic!) attraverso le quali le Sezioni Unite in sede di controllo della Corte dei Conti, hanno provveduto a svolgere una panoramica precisa e a volte impietosa dello stato dell’arte del PNRR. In pratica il massimo organi di controllo ci dice come stanno le cose.  Mi sono limitato a leggere i punti 4, 5 et 6 del capitolo AGGIORNAMENTO DELLA PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA della SEZIONE I che riporto per intero in quanto molto istruttivi e completi di due diverse Tabelle (Tab. 3 e Tab. 4) attraverso le quali, molto agevolmente, si possono individuare i volumi di spesa programmati per anno e lo stato attuale della spesa programmata, sempre suddivisi per anno.

AGGIORNAMENTO DELLA PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA

  1. Nei primi due anni di attuazione, il PNRR è stato oggetto di revisione finanziaria, sia con riferimento alla ripartizione delle risorse tra misure, sia con riguardo alla programmazione delle stesse nell’arco temporale di attuazione, ferma restando la dimensione finanziaria complessiva del Piano. Sotto il primo profilo, le modifiche sono state marginali e hanno riguardato, in particolare, l’articolazione interna degli importi assegnati agli interventi a titolarità del Ministero dell’università e ricerca, del Ministero della salute, del Ministero del turismo, del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e del Dipartimento per l’innovazione e la transizione digitale, in alcuni casi rimodulando le risorse tra progetti in essere e nuovi progetti7 . Molto più intensa la revisione che ha interessato il cronoprogramma finanziario di utilizzo delle risorse del Piano (cfr. Tavola 3). Rispetto alle previsioni iniziali (Grafico 1), sulle quali la Corte dei conti ha riferito nella prima relazione sullo stato di attuazione del PNRR (cfr. deliberazione n. 4/2022), la nuova pianificazione – già annunciata dal Governo nella NaDEF 2022 – contempla una traslazione in avanti delle spese originariamente assegnate al triennio 2020-2022, per oltre 20 miliardi complessivi (-49,7 per cento), in sostanza riferibili alle risorse del 2021 (oltre 8 miliardi) e 2022 (quasi 12 miliardi). Il recupero nel trend di spesa avrà luogo a partire dal 2023, esercizio nel quale è prevista un’accelerazione – rispetto al quadro iniziale – di oltre 5 miliardi; al termine dell’anno in corso, nonostante il recupero, il livello della spesa cumulata dovrebbe rimanere inferiore di quasi 15 miliardi, rispetto al quadro finanziario iniziale (-19,6 per cento). Nel successivo biennio 2024-2025 è poi stimato il picco di spesa, con valori annuali che supereranno i 45 miliardi, in aumento, rispettivamente, di 2,8 e 7,5 miliardi rispetto all’articolazione temporale di partenza.
  2. Analizzando in maggior dettaglio le variazioni dettate dalla nuova programmazione finanziaria, emerge come, nel dato cumulato di fine 2022, la quasi integralità delle missioni e delle componenti abbia subito una decelerazione. Fa eccezione a tale quadro solamente la componente 3 della missione 2, relativa alle politiche per l’efficienza energetica e riqualificazione degli edifici; in tale linea di intervento l’evoluzione della spesa cumulata a fine 2022 è ora rivista al rialzo di oltre 2 miliardi, grazie alle misure dell’Ecobonus e Sismabonus per l’efficienza energetica e la sicurezza degli edifici. Nel 2023, le linee di intervento che mostrano un recupero del trend di spesa salgono a tre: oltre alla citata componente 2 della missione 3, è attesa in crescita l’attuazione finanziaria sia della componente 2, missione 1, relativa alla digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo (+2,2 miliardi, pari a +15,8 per cento), sia della componente 1 della missione 3, concernente gli investimenti sulla rete ferroviaria (+0,7 miliardi, pari a +9,1 per cento). Nel primo caso, l’accelerazione è legata in sostanza all’utilizzo dei crediti d’imposta del Piano Transizione 4.0 finanziati dal PNRR; nella seconda area, è stimata un’evoluzione più favorevole della spesa per le linee di collegamento ferroviario ad alta velocità con l’Europa del nord.
  3. Alla luce di tale quadro occorre sottolineare la necessità che il rivisitato cronoprogramma finanziario trovi ora piena corrispondenza nel progresso attuativo delle misure che compongono il Piano, limitando ulteriori revisioni e conseguenti traslazioni in avanti della spesa. Va peraltro precisato come i settori nei quali sono stati registrati anticipi sono da ascrivere a misure che riflettono la domanda dei beneficiari privati, variabile non direttamente collegata all’azione dell’amministrazione.

Si tratta di tabelle di grande interesse ma che, al contempo, preoccupano al quanto. Salvo il capitolo M2C3 – Efficienza energetica e mobilità sostenibile dove abbiamo fatto molto di più di quanto preventivato, in nessun altro capitolo (nessun’altro!) abbiamo raggiunto gli obiettivi programmatici. Non è possibile fare riferimento al 2023 in quanto siamo in corsa, ma se mi limito all’analisi del biennio 2021/2022 si evidenziano i capitoli dove non è stato fatto quasi nulla:

  • M2C1 – Agricoltura sostenibile ed Economia Circolare -92,6%
  • M3C2 – Intermodalità e logistica integrata -91,5%
  • M4C2 – Dalla ricerca all’impresa -93,4%
  • M5C1 – Politiche per il lavoro -93,0%

In altri, invece, è stato fatto pochissimo:

  • M1C1 – Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA -73,9%
  • M2C2 – Transizione energetica e mobilità sostenibile -67,4%
  • M4C1 – Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: agli asili nido alle università -77,1%
  • M5C2 – Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore -71,9%
  • M5C3 – Interventi speciali per la coesione territoriale -85,3%
  • M6C1 – Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale -84,2%
  • M6C2 – Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario -87,9%

Dobbiamo concludere forse che abbiamo perduto due interi anni per inseguire chimere elettorali? E i cittadini? A chi si rivolgeranno nell’ipotesi in cui fallisca in tutto o in parte il piano di investimenti più importante che l’Italia abbiamo mai fatto?

A fine 2022 il capitolo “sanità” era stato completato per il 12%; riusciremo forse a rimetterci in pari sapendo che altri investimenti, per il medesimo capitolo, ci spettano fino al 2026?  E legittimo avere qualche dubbio…

La Corte dei Conti avvisa il Governo che non possono più essere tollerati ritardi. Ogni ulteriore ritardo potrebbe far fallire l’operazione.  A quanto se ne sa, invece, siamo ancora in fase di riordino della governance..

Speriamo bene.

Un saluto

Zavoratti

 

https://www.lucioberno.it/wp-content/uploads/2023/05/Relazione_CdC_-PNRR_Tomo-I.pdf