Buongiorno
Il Presidente del Consiglio mi costringe, mio malgrado, a riflettere su alcune sue dichiarazioni che non ho ben compreso se essere “una voce dal sen fuggita” o invece, più probabile, un tentativo di alzare costantemente l’asticella per mettere alla prova il grado di sopportazione dei cittadini italiani. Il caso è questo:
Giorgia Meloni spogliatasi del suo ruolo istituzionale, attacca gli avversari politici parlando alla pancia del Paese. In occasione della chiusura della campagna elettorale del centrodestra per le elezioni amministrative a Catania la leader di Fratelli d’Italia attacca la sinistra sulla Rai ma torna, soprattutto, sulla riforma fiscale e dichiara:
“La sinistra dice: ‘voi volete gettare la spugna sulla lotta all’evasione fiscale’ mai, però, la lotta all’evasione fiscale si fa dove sta davvero l’evasione fiscale: big company, banche, frodi sull’Iva, non il piccolo commerciante al quale vai a chiedere il pizzo di Stato, perché devi fare caccia al gettito più che lotta all’evasione“.
Provo a tradurre: in altre parole, secondo la presidente del Consiglio, chiedere ai piccoli imprenditori di pagare le tasse equivale a chiedere il pizzo. E continua:
“L’evasione la devi combattere dove sta, ed è quello che faremo, perché noi vogliamo ridisegnare completamente il rapporto tra lo Stato e il contribuente; cittadino non vuol dire suddito, e io sono certa che quando i cittadini si rendono conto che hanno uno Stato amico e non che mette loro i bastoni tra le ruote molte cose possono cambiare”.
Abbiate pazienza. Ma io sono furioso! Non si possono accettare simili dichiarazioni senza almeno un sussulto, un moto di indignazione, di rabbia; ma anche rabbia ed indignazione non possono essere sufficienti!
Al commerciante non si deve chiedere “il pizzo” ma a me, pensionato o lavoratore dipendente, per evitare anche il minimo sospetto di evasione, mi trattieni le imposte alla fonte? E’ questo lo Stato amico vagheggiato da Giorgia? Giorgia non vuole mettere i bastoni fra le ruote? A chi? Non certo ai lavoratori dipendenti e pensionati!?
Ma facciamo a capirci? I grandi evasori sono delinquenti e vanno perseguiti; i piccoli imprenditori, invece, quando evadono devono essere compresi e non perseguiti? Ma vogliamo scherzare? Con quale coraggio il presidente si permette simili affermazioni, senza arrossire di vergogna, davanti agli oltre 23 milioni di lavoratori le cui tasse vengono “trattenute” alla fonte? Se parliamo di “Stato amico” perché non viene permesso anche a questi 23 milioni di contribuenti di decidere “se” pagare le tasse e “quante” pagarne, esattamente come fanno alcuni imprenditori?
Secondo la NADEF (NADEF o Nota di aggiornamento al DEF è un documento che il Governo italiano presenta alle Camere entro il 27 settembre di ogni anno per aggiornare le previsioni economiche e finanziarie del DEF) l’evasione stimata per l’anno 2019 (ultimo dato ufficiale disponibile) si attesta a 99 miliardi di euro. Credo che ad ogni italiano non rilevi affatto se l’evasore sia una big company o il commerciante o artigiano sotto casa; rilevi (ad ogni italiano) invece che un “vero” Stato amico, scovi l’evasione dove si annida e recuperi tutta l’evasione accertata. Questo è uno stato amico e non quello ipotizzato dal Presidente del consiglio la cui unica giustificazione, per simili dichiarazioni, va rintracciata nella sua profonda ignoranza politica, culturale e sociale.
Francamente non sono amareggiato perché al governo è arrivata Giorgia Meloni; in democrazia avviene così; sono amareggiato perché gli italiani che non sono andati a votare, non ci sono andati pensando di essere intelligenti e di inviare un “messaggio” al mondo politico. Così facendo, invece, hanno dimostrato di essere ancora più ignoranti del nostro Presidente del consiglio: la Meloni, infatti, governa anche in nome di queste persone ed è stata eletta con un consenso ottenuto inferiore al 50% degli aventi diritto al voto! Complimenti!
Zavoratti
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