Buongiorno a tutti,

pare proprio che non se ne esca. Il dibattito pubblico si è concentrato quasi esclusivamente su chi è pro o contro l’aiuto all’Ucraina; dimostrando, così, di non pensare che tanto l’una quanto l’altra posizione (o meglio, schieramento), porta con se conseguenze che potrebbero essere devastanti.

Se sei pro-difesa Ucraina e quindi sei disponibile al contributo di armi (e non solo) corri il rischio (quasi una certezza) di far esplodere una guerra mondiale. Mi pare di poter dire che non ne abbiamo bisogno!

Se sei contro l’invio di armi (e non solo) all’Ucraina, allora vieni tacciato di filo putinismo (non è una parolaccia; non ancora almeno) e ti spacciano per il difensore dell’aggressore.  Lo ha detto anche Draghi ieri in un suo discorso (non ricordo se alla Camera o al Senato): “La carneficina non distingue le divise ma distingue i bambini. È un terreno molto scivoloso. Perché se noi sviluppiamo le conseguenze di questo ragionamento, dovremmo dire di non aiutare i Paesi che vengono attaccati. Dovremmo sostanzialmente accettare di difendere il Paese aggressore non intervenendo. Dovremmo lasciare che gli ucraini perdano il loro Paese e accettino la schiavitù”.

Se le uniche opzioni sono quelle di Draghi, allora non c’è più nulla da dire. Mettiamoci il cuore in pace.  Ma le cose stanno proprio così?  Quando ci sono interessi economici (e non solo quelli) in ballo, le cose non sono mai come vengono (rap) presentate. Mai!

Siamo proprio certi che la guerra Ucraina-Russia non sia utile a qualcuno? A mio modesto avviso, almeno ad un paio di soggetti la cosa non spiace affatto:  USA e CINA entrambi con la necessità di accreditarsi come società leader nel Mondo. Parliamoci chiaro, Putin è un uomo politicamente finito.  Se la guerra gli va bene (speriamo di no) passerà alla storia come un dittatore; se la guerra gli va male (speriamo di si) ci penserà qualcuno dei suoi a farlo sparire.

Ma anche l’Europa ha qualche interesse al riguardo. Di tipo economico forse?  Su questo terreno non mi esporrei ma direi di no. Ma di tipo politico-strategico, direi proprio di si.  Se la guerra dovesse continuare ancora un po’, allora è possibile che questa Europa trovi la strada per una straordinaria conversione in una vera organizzazione politico-economica. Il fallimento dell’incontro di Versailles è sotto gli occhi di tutti. E allora, si fa sempre più strada la famosa idea di Prodi di una Europa a due velocità; dove, nel primo cerchio troverebbero posto: Italia, Germania, Francia e Spagna; nel secondo cerchio gli attuali componenti l’Unione e, in un ipotetico terzo cerchio, tutti gli altri Paesi europei che hanno fatto domanda o che potrebbero avere interesse ad essere ammessi a questo nuovo organismo.  Potrebbe proprio funzionare!  Se invece terminasse oggi, allora per l’Europa non ci sarebbe più la necessità e l’urgenza di una riflessione su stessa e Versailles resterebbe uno dei tanti incontri più o meno inutili.

Teniamo sotto controllo quanto sta succedendo, ma proviamo a stare alla larga dalla tentazione di schierarci da qualche parte. Teniamo accesi tutti i neuroni. Sarà più facile comprendere.

Un saluto.

Zavoratti