Buongiorno a tutti,

Cosa succede se, dopo aver acquistato un bene on line, mi accorgo che, al quel bene non sono più interessato?

Il consumatore che, acquista un bene (o anche un servizio) al di fuori dei locali commerciali (quindi, anche in rete) ha un diritto di “ripensamento”; questo diritto deve essere esercitato nei termini previsti dalla legge.  Quale? E cosa dice quella legge?

 E’ un vero e proprio diritto di ripensamento. Permette al consumatore, e senza la necessità di alcuna motivazione, di recedere dall’acquisto del bene o del servizio; recesso dall’acquisto con restituzione della somma di denaro pagata.

Tale diritto è normato dall’art. 52 ss. D. Lgs. n. 206 del 6.09.2005 (conosciuto con il nome di Codice del Consumo) che, francamente, consiglierei a chiunque di avere a disposizione per una rapida consultazione (allego il link in calce tratto dalla Gazzetta Ufficiale; per gli interessati, consiglio tuttavia di scaricare la versione più recente con le deroghe apportate nel dicembre 2020). I motivi per averlo sempre a disposizione sono molteplici e tutti attengono al vivere quotidiano; il testo del Codice si compone di 6 parti: nella Parte I si trovano i diritti fondamentali e le definizioni; nella Parte II le norme sull’educazione, l’informazione, le pratiche commerciali e la pubblicità; nella Parte III i contratti di consumo; nella Parte IV la disciplina della sicurezza e della qualità dei prodotti; nella Parte V le associazioni dei consumatori, l’accesso alla giustizia e la class-action; nella Parte VI le disposizioni finali.

Per rimanere sul terreno della tutela dei diritti del consumatore è opportuno rilevare che, nella quasi totalità dei casi esso (consumatore) si limita a sottoscrivere dei contratti commerciali redatti dal venditore senza avere una reale possibilità di negoziazione delle relative clausole. La posizione assai svantaggiata nella quale viene a trovarsi il consumatore, ha imposto il legislatore di intervenire a tutelare la sua posizione, prevedendo una serie di diritti e di tutele inderogabili dalle parti.

E’ proprio in questa fattispecie che si inserisce il diritto di recesso del consumatore in caso di acquisto avvenuto al di fuori dei locali commerciali tra i quali si annovera anche l’acquisto on line. Ebbene, in questi casi, il diritto di recesso deve essere esercitato entro 14 giorni lavorativi; tale diritto porta con se l’obbligo di rimborso del prezzo pagato.

Le modalità di esercizio del diritto di recesso da parte del consumatore (in caso di acquisti on line) necessitano di alcuni piccoli ma importanti accorgimenti: data certa dell’invio e ricezione da parte della società venditrice. Le modalità, pertanto, possono essere:

  1. raccomandata con ricevuta di ritorno da recapitare alla sede legale dell’azienda;
  2. messaggio pec all’indirizzo pec dell’azienda estratto dai pubblici registri.

Le modalità sopra individuate non sono obbligatorie ma consentono al consumatore, in caso di contestazione da parte del venditore, di dimostrare l’avvenuto esercizio del diritto di recesso entro i termini previsti dalla legge.

Tuttavia, le aziende più serie e meglio organizzate, hanno tutte messo in atto strumenti per il recesso, in linea con la legge ma soprattutto strumenti tesi ad incentivare la vendita a distanza senza che il consumatore abbia il timore o la preoccupazione di dover restituire quanto acquistato con modalità complesse o articolate. Anche perché, così non fosse, i termini per il diritto di recesso passerebbero da 14 giorni a 12 mesi.

Semmai il dubbio potrebbe venire quando ci si chiede “ma quando decorrono i termini di 14 giorni?”

  • nel caso di acquisto di prodotti, i 14 giorni cominciano a decorrere dalla data di ricezione del bene, anche se “ricevuto” digitalmente (come, ad esempio, un software o un cd audio su file);
  • nel caso di contratti online, i 14 giorni cominciano a decorrere dalla data di sottoscrizione del contratto.

 

Ora non ci sono più scuse all’acquisto anche on line!  Abbiamo tutti gli strumenti per tutelarci…

Un saluto.

Zavoratti

 

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