Buongiorno a tutti,
il quotidiano DOMANI del 28 giugno ha pubblicato a pag. 4 una notizia che non mi pare sia rimbalzata nei media più istituzionali: le TV generaliste. Generalmente ascolto quotidianamente tre telegiornali: RAI NEWS 24, TG3 e TGLA7. Nessuno, mi pare, abbia dato la notizia: ma potrebbe anche essermi sfuggita.
Di cosa si tratta? Il quotidiano riporta, a firma di Filippo TEOLDI (giornalista economico con una solida formazione accademica: la triennale in CATTOLICA con un relatore di rango come G. VACIAGO e la specialistica in BOCCONI con altrettanto relatore di rango di nome C. ALTOMONTE) i dati sul PIL mondiale pubblicati da Charles Schwab della WORLD BANK. Dice il breve articolo:
“nella prima metà del 2021, i primi dati dell’economia mondiale evidenziano un ritorno al di sopra del picco precedente la pandemia. In soli cinque trimestri si è infatti registrata una profonda recessione e una rapida ripresa dell’economia mondiale.”
Alcuni giorni prima, invece, secondo il sito on line www.borsaitaliana.it: “il tasso di crescita del PIL mondiale passerà dal 4,1 ipotizzato a gennaio 2021 al 5,6 dell’8 giugno scorso, secondo la Banca Mondiale. Si tratta del passo post-recessione più rapido in 80 anni, in gran parte dovuto ai forti rimbalzi di alcune delle maggiori economie al mondo. In molti mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo, gli ostacoli alla vaccinazione continuano a pesare sulle attività, si legge nel rapporto.
L’outlook globale resta soggetto a significativi rischi di contrazione, a causa della pandemia. I decisori politici dovranno bilanciare il bisogno di sostenere la ripresa e quello di salvaguardare la stabilità dei prezzi e la sostenibilità fiscale. Servirà, inoltre, secondo la Banca Mondiale, continuare a promuovere delle riforme che potenzino la crescita.”
Sono sicuro che diversi lettori storceranno il naso difronte a questi dati; e tuttavia, si tratta di dati non smentiti. Le perplessità di ciascuno sono, presumibilmente, frutto di analisi più circoscritte, che non possono mettere in discussione dati globali; ciò non significa affatto che non esistano situazioni di economia e lavoro in forte contrazione; ma anche queste forti contrazioni, avrebbero un esito diverso in un contesto negativo; ci auguriamo, invece, possano trovare una soluzione più idonea o, comunque, meno “critica” sfruttando l’ottimo outlook attuale.
Un saluto.
Zavoratti
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