Amici e colleghi buongiorno,

Da oggi non riceverete più le mie mail; al loro posto riceverete sul pc e sul cellulare (per chi lo avrà condiviso con pc) le notifiche con il titolo dell’argomento trattato. Chi sarà interessato a leggere l’articolo ed, auspicabilmente, avviare un confronto, potrà farlo cliccando sulla notifica ed entrerà direttamente nel blog dove è stato postato l’articolo. Vi chiedo la comprensione che merita un neofita anche se non più giovanissimo! Parte ufficialmente il Blog.

Ho scelto la giornata del Primo Maggio per dare inizio a questa nuova esperienza a cui ho dato un nome, lo riconosco, piuttosto pretenzioso: PROMETEO LIBERATO.  Le ragioni sono sostanzialmente due e credo doveroso fornire alcune spiegazioni per entrambe.

La ragione del “primo maggio” è presto detta: credo sia facilmente intuibile che, almeno secondo il mio sentire, si tratti di una giornata fondamentale per l’intero mondo del lavoro, con buona pace di chi, anche ieri mattina su una parte della stampa, non potendo ironizzare sull’inutilità della ricorrenza, ha aggirato l’ostacolo definendo il “primo maggio” non la giornata del lavoro e dei lavoratori, bensì della disoccupazione: beata ignoranza!

Nel 1891 Edmondo De Amicis comincia a scrivere Primo Maggio, esattamente quattro anni dopo l’uscita di Cuore. Questo libro, inedito per quasi un secolo, è stato pubblicato per la prima volta nel 1980 dal Comune di Imperia, sua città natale e nella cui biblioteca è custodito il manoscritto.

Il protagonista, Alberto, un insegnante torinese, si unisce al socialismo spinto dalla sua profonda onestà e dalla scoperta della bestiale condizione di povertà in cui vivono milioni di proletari. Per questa ragione, per aver manifestato le sue convinzioni, Alberto viene emarginato, abbandonato dalla famiglia, licenziato e minacciato di morte. Decide allora di dedicarsi completamente alla causa del popolo e, durante una manifestazione per il Primo Maggio, festa dei lavoratori, i soldati inviati dal Governo per sedare le proteste operaie lo feriscono a morte. Era opera di fantasia, ma pochi anni dopo, sarebbe accaduto qualcosa di molto simile… e non una sola volta.

Riporto un breve passo del libro, che solo, potrebbe rappresentare una sorta di “manifesto” o “programma” a ragione della scelta del “primo maggio” come viatico all’iniziativa:

Alberto si rivolge al figlio, che cercava di capire perché il padre fosse stato allontanato dalla famiglia:

«Giulio, tu vedi quanta gente c’è intorno a te, che suda al lavoro per tutta la vita e non ne cava tanto da vivere umanamente, quanti milioni di ragazzi lasciati nell’ignoranza e nell’abbrutimento, e quante famiglie ridotte alla fame senza loro colpa; vedi quante diseguaglianze ingiuste, quante ire, quanti odi.

Ora, c’è modo di far sì che questa grande miseria sparisca tutta o in gran parte, che il lavoro non manchi a nessuno e diventi più umano per tutti. Che tutti i ragazzi siano istruiti e educati, che le disuguaglianze ingiuste scompaiano, che gli odi cessino, che la società diventi quasi un’immensa famiglia, in cui ciascuno, per interesse proprio, desideri il bene di tutti gli altri».

Utopia pura! Forse un sogno opporsi a quel mondo. Di certo non fa male sognare e soprattutto aiuta a crescere. E pensare che in molti oppongono resistenza proprio ai sogni… Ma pensate veramente che oggi sia così tanto diverso da allora?

La seconda ragione attiene alla scelta del nome del blog: PROMETEO LIBERATO. Tutti conoscono il mito di Prometeo, l’amico del genere umano, che per aver donato il fuoco (la conoscenza) all’uomo, è stato condannato per l’eternità ad essere incatenato ad una roccia. Ebbene, è arrivato il momento che Prometeo venga liberato e che ciascuno, a proprio modo, con le proprie possibilità, secondo i propri tempi e modalità, contribuisca alla crescita dell’uomo così da vivere in mondo migliore: un altro sogno.  L’immagine di Prometeo è tratta da un piatto rinvenuto nella necropoli etrusca di Cerveteri e datata 530 a.c..

Ed ora due parole sui contenuti del blog. Voi sapete che la mia esperienza lavorativa si è concentrata per tutta la vita nell’esclusivo mondo assicurativo; ora sono giunto ad una tappa della mia esistenza in cui voglio dare spazio e spinta, anche a pulsioni (sogni) diverse oltre a quelle assicurative: in particolare, vorrei permettere al maggior numero di persone possibile, di trovare un luogo seppur virtuale, dove confrontarsi, dialogare, scaricare, esternare e, perché no, dove mettere le basi per nuove iniziative: di ogni genere.  Ce n’era forse bisogno?  Provate a rispondere voi a questa legittima domanda? Le condizioni economiche di oggi sono infinitamente migliori di quelle che De Amicis rappresentava nel suo “Primo maggio”; ma l’individuo, come si sente oggi? Posto che il miglioramento ci sia stato, anche l’“individuo” sta meglio?  Se il miglioramento economico è avvenuto, allora dovrebbe essere avvenuto un miglioramento anche interiore all’individuo.  E’ avvenuto?

E soprattutto, un blog potrà contribuire a far stare meglio l’individuo?  Attraverso quali analisi? Attraverso quali risposte? Quali temi da affrontare?

Ecco, il blog potrebbe partire proprio cercando di affrontare questi temi… un sogno? Si, l’ennesimo. A me, i sogni,  hanno sempre aiutato a tradurre la realtà.

Avevo preannunciato una piccola sorpresa, al partire dell’iniziativa.  Da oggi, firmerò gli articoli con una sorta di pseudonimo che tanto pseudonimo non è: Zavoratti.  Non importerà a nessuno ne sono certo, ma per me riveste, invece, un significato profondo. Alla mia nascita ho corso il rischio mi venisse accollato come nome.  E’ permesso sorridere … e anche ridere.

1° maggio 2021

Zavoratti