Buongiorno a tutti,

il titolo dell’articolo sembra ingannevole; ma non lo è. E’ vero, la festa della Repubblica, quale risposta al nazifascismo, ricorre il 2 giugno; In questa data nel 1946 si tenne lo storico referendum con cui si decise di adottare il sistema politico repubblicano nel nostro Paese, abolendo così la monarchia che appoggiò ed alimentò il giogo fascista. Ma c’è anche il 25 aprile. Il giorno in cui il  Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) – il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Alfredo Pizzoni, Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani  proclamò l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia facenti parte del Corpo Volontari della Libertà di attaccare i presidi fascisti e tedeschi, imponendo la resa, giorni prima dell’arrivo delle truppe alleate; parallelamente il CLNAI emanò in prima persona decreti legislativi, assumendo il potere «in nome del popolo italiano e quale delegato del Governo Italiano», stabilendo, tra le altre cose, la condanna a morte per tutti i gerarchi fascisti, incluso Benito Mussolini, che sarebbe stato raggiunto e fucilato tre giorni dopo.

Eppure, il 2 giugno è la data di arrivo di un percorso iniziato nel 1943 proprio il 25 luglio, data della sconfitta del fascismo.  Come ci ricorda lo storico Andrea Susini, l’8 settembre 1943 non ci sarebbe stato senza il 25 luglio, data ufficiale del termine dell’era fascista e data in cui è stato deposto Mussolini. Non dagli alleati, non dai partigiani.  Dagli stessi fascisti e monarchici. Sarebbe interessantissimo conoscere nel dettaglio cosa accadde veramente in quelle dieci ore prima dell’ “eutanasia del fascismo” come l’ha definita il grande storico Emilio Gentile.

E quindi, tutto inizia il 25 luglio, data alla quale si aggiungono altre date/tappe fondamentali: l’8 settembre 43, il 25 aprile 1945 ed infine il 2 giugno 1946; il referendum non fu una passeggiata di salute.

I giorni, estremamente confusi e drammatici, immediatamente successivi alla proclamazione dei risultati del referendum, videro l’assunzione da parte di Alcide De Gasperi dei poteri di Capo provvisorio dello Stato (nella notte fra il 12 ed il 13 giugno), la partenza di Umberto II dall’Italia per l’esilio in Portogallo (il 13 giugno) e la proclamazione definitiva dei risultati da parte della Corte di Cassazione (il 18 giugno).

“Il Consiglio dei Ministri – si legge nel Comunicato redatto in chiusura della seduta del 10 giugno – riafferma che la proclamazione dei risultati del Referendum, fatta il 10 giugno dalla Corte di Cassazione nelle forme e nei termini dell’art. 17 del Decreto Legislativo Luogotenenziale 23 aprile 1946, n. 219, ha portato automaticamente alla instaurazione di un regime transitorio durante il quale, fino a quando l’Assemblea Costituente non abbia nominato il Capo provvisorio dello Stato, l’esercizio delle funzioni del Capo dello Stato medesimo spetta “ope legis” al Presidente del Consiglio in carica.

In un quadro così complesso, non vale forse la pena di festeggiare proprio il 25 luglio come data di inizio della nostra libertà?

Un saluto.

 

Zavoratti