Buongiorno

risulta assai curiosa la posizione di Giorgia Meloni sulle quote rosa; non solo perché nel 2011 salutava il varo della legge con estremo entusiasmo, ma perché, donna, e donna candidata ad essere la prima a guidare un governo, dovrebbe/potrebbe essere di grande aiuto per tutte le altre donne.

E invece, come ha spiegato (non molto bene a dire il vero) nel recente incontro tenuto a La Piazza a Ceglie Messapica, è contraria alle famigerate quote rosa perché disegnano solo una “riserva di caccia”.  La Meloni ha ribadito che il merito e solo il merito deve essere la discriminante.  Come darle torto?

Sono assolutamente convinto che il mondo maschile, politico, imprenditoriale, professionale, sarà devoto alla Meloni per tutta la vita, per una simile dichiarazione.

Infatti, Giorgia Meloni non si è resa conto che la dichiarazione è andata ben oltre ad ogni aspettativa maschile. Affinché non ci siano dubbi, è il “merito” e solamente “il merito” la discriminante.  Mi verrebbe da chiedere “discriminante” per/di cosa? Ma la risposta potrebbe essere fin troppo facile: DONNA, vuoi far parte di un board di una grande impresa? Devi dimostrare il tuo “merito”!  DONNA, vuoi far parte di un gruppo dirigenziale politico? Devi dimostrare il tuo “merito”!

Quale merito non è dato sapere ma si può facilmente intuire trattarsi di una elevata competenza specifica nel campo di applicazione ed intervento della politica/imprenditoria/professione. E non è nemmeno dato sapere se, nel merito, possa rientrare anche l’etica?

Non posso fare altro, quindi, che affidarmi alle dichiarazioni della destra in generale; agli enunciati; ai principi a cui rimandano: “se una donna vale arriverà comunque senza aiuti ed aiutini che non fanno che mortificarne la vitalità”.  Così, almeno, riporta il sito affaritaliani.it nel commento all’intervento della Meloni di qualche giorno fa.

Tutto giusto. Tutto vero. Tutto corretto. Auguriamoci che, effettivamente, possa essere cosi sempre, per l’eternità.

Ma solamente per le DONNE ovviamente!

Cosa centriamo noi maschi? Il mondo maschile, responsabile del perverso sistema di comando costruito e perfezionato da decenni su metodi, dinamiche, e schemi che non prevedevano donne, se non in misura marginale e comunque innocua e tale da non mettere in discussione l’impianto generale, non potrà che ringraziare Giorgia Meloni per questo regalo inaspettato. Le donne della sinistra che hanno lavorato per decenni e sono riuscite a creare una piccola crepa in questo variegato e apparentemente inscalfibile meccanismo di potere maschile, dovranno ricominciare da capo se vorranno ottenere qualcosa.  E a noi maschi che ci importa?

Con l’avvento della destra e di Giorgia Meloni in particolare, potremo finalmente tirare un respiro di sollievo.  Tutto deve cambiare perché nulla cambi. Giorgia, il mondo maschile ringrazia!

Un saluto.

Zavoratti