Buongiorno,

Il tema del “clima” terrà occupato il futuro di intere generazioni di cittadini. Certamente terra occupata la nostra classe politica, buona o cattiva che essa sia per diversi mandati. Ma anche noi.  Anzi, proprio noi! Abbiamo il diritto di dire quale clima vorremo; e non solamente per noi (per quelli che ci saranno) ma per i nostri figli, ed i figli dei nostri figli. Forse, proprio il clima, potrà essere in grado di diventare quel grande tema catalizzante che nel secolo breve hanno avuto temi come: il lavoro, la liberazione sessuale e, verso la fine del secolo, l’ingresso delle tecnologie.

L’esperienza di Bruxelles-Capitale potrebbe fare da apri pista. Infatti, si tratta della prima autorità pubblica al mondo a realizzare una sorta di “think tank” sul clima. Ha associato in maniera strutturale i cittadini allo sviluppo delle politiche per il clima.  L’informazione l’ho recuperata dal settimanale D di REPUBBLICA che ne fornisce una sintesi di grande interesse.

Bruxelles, nella sostanza, chiede alla società civile di essere parte attiva nell’elaborazione di strategie per rendere l’area metropolitana più sostenibile entro il 2050.

Si tratta di un progetto di innovazione democratica costituito da 100 persone che, a rotazione, ogni anno vengono estratte a sorte  in base a sesso, età, residenza e back-ground socio economico. La diversità di composizione dovrebbe garantire una equa rappresentazione della popolazione.

Il gruppo mette a disposizione della collettività tempo e idee anche attraverso il coinvolgimento di esperti, accademici, amministratori ed anche imprenditori. I temi trattati  toccheranno mobilità, modelli di consumo a filiera ridotta e comunque a prova di transizione ecologica. Il gruppo avrà tempo 4 mesi per formulare al governo regionale quelle che verranno chiamate “raccomandazioni”; a sua volta il governo regionale avrà tempo un anno per mettere in pratica azioni concrete sulla base delle raccomandazioni.

Perché non pensare a qualcosa di simile anche da noi ma non solo a livello metropolitano, che toccherebbe poche città: Roma, Milano, Torino, Napoli e Palermo.  Penso, invece, a qualcosa di più strutturale ancora: un gruppo di lavoro composto per macroregioni che formuli, in un tempo certo: 6 mesi o un anno al massimo, un elenco di progetti da realizzare che dovranno essere vincolanti per il Parlamento.

Utopia? Forse.  Ma intanto qualcuno ci ha già pensato; soprattutto, lo sta già realizzando!

Un saluto.

Zavoratti