Buongiorno a tutti,

una cara amica mi ha consigliato di scrivere di viaggi. Non so se ne sarò capace. Non sento di averne l’attitudine. Eppure, la sua mi sembra una buona idea. Quantomeno una idea da sviluppare.  Da percorrere.

Oggi ho voluto visitare quello che viene chiamato il FONTANONE DI GORIUDA in onore, forse, di un qualche racconto di orchi e “sbilfs” tanto cari ai friulani.

La cascata si trova in comune di Chiusaforte a pochi passi da Sella Nevea.  Per essere pratici è il comune che insiste subito dopo Venzone, Moggio Udinese e Resiutta.  A circa 90 km da Pordenone percorrendo strade provinciali e regionali quando non anche strade solamente comunali.

Se qualcuno ci vuole andare è pregato di non imboccare l’autostrada.  Se mai dovesse decidere di farlo,  allora potrà cancellarsi dal blog senza alcun rimpianto.

Scherzi a parte. Consiglio di prendere, sia in andata che al ritorno, un percorso alternativo (si allunga al massimo di 5 km) ma ne vale assolutamente la pena e le tappe principali sono le seguenti:

si imbocca la SR 177 Cimpello-Sequals con uscita proprio a Sequals e direzione Lestans; la prima parte del percorso è quasi obbligatoria; in realtà, percorrendo la stessa strada si potrebbe uscire a Spilimbergo per poi raggiungere Dignano prima e San Daniele poi risparmiando così qualche chilometro; sarebbe un percorso più naturale … ma perdereste la meraviglia che voglio proporvi.

Imboccate la strada per Lestans e, una volta superata con direzione Pinzano al Tagliamento,  dovete percorrere la SP 1 fino al Comune di Flagogna.  Superate anche Flagogna imboccando la SP 22 questa volta diretti al Lago di Cornino.  Se vorrete potrete fermarvi a visitare questo piccolo gioiello incastonato nella Riserva Naturale del Lago del Cornino. Dopo la breve fermata al lago si imbocca la SP 41 con direzione, questa volta, Trasaghis (vi dice nulla questo comune? Ricordate la celebre battuta del film di Scola ‘Ceravamo tanto amati‘ in bocca alla Sandrelli, che alla domanda di Manfredi “da dove vieni?” La Sandrelli risponde: “da Trasaghis” “e dove si trova?” ribatte Manfredi “vicino Peonis” conclude con naturalezza Stefania Sandrelli). Un cult che Ettore Scola ha voluto inserire nel film in onore alla sua governante friulana.

Fin qui la strada è bella, alberata, tenuta bene ma del tutto normale nel contesto in cui si trova.  La meraviglia arriva ora.  Si imbocca la SR 41 in direzione Trasaghis.  Si tratta di una strada piuttosto vecchia ma tenuta molto bene.  Stretta e tutta curve. Da un lato la montagna, dall’altro il Tagliamento. Con il bordo strada come si faceva negli anni 50: un piccolo muretto per non scivolare nel greto del fiume.  Se vorrete potete anche trovare, ogni tanto, alcuni spazi dove fermarvi per meglio godere del panorama.  Ma non andateci col camper. Avreste difficoltà. Si tratta di un panorama quasi innaturale:  verde intensissimo da un lato e, dall’altro, il bianco del greto del fiume e l’azzurro di una intensità quasi impossibile da descrivere. Una bellezza abbagliante. Un gioiello purissimo che scorre sopra (e anche sotto, è il caso di dire) un manto lunare; unico in Italia; e forse non solo!  Chi si perde questa opportunità, andrebbe “scancellato” dal comune di residenza; radiato; asfaltato!  Insomma, fatevi un giro da quelle parti.  E il bello deve ancora arrivare …

Arrivati a Trasaghis occorre superare il Tagliamento per immettersi nella strada naturale la SS 13 (detta anche Pontebbana) che vi porta direttamente fino a Chiusaforte, comune dove insiste il Fontanone. Sempre che siate capaci a trovarlo. Non aspettatevi indicazioni stradali per raggiungere la cascata.  Se percorrete la SS 13 in direzione nord, una volta arrivati al semaforo di Chiusaforte (non potete sbagliare: uno solo ce n’è!) dovrete girare a dx ed andare sempre diritti per 6 o 7 km circa.  Passerete diverse frazioni composte da 5 o 10 case.  E’ legittimo chiedersi chi ha vissuto in passato in queste case, di cosa ha vissuto? Le risposte potrebbero sorprenderci.

Finalmente si arriva ad un agriturismo chiamato il FONTANONE. Si lascia l’auto al bordo strada o nel piccolo parcheggio dell’agriturismo che ben accetta i turisti. Si attraversa la strada e si percorre un piccolo sentiero per circa 10 o 15 minuti (questo è ben indicato) con direzione il Fontanone di Goriuda. Ho pubblicato alcune foto. Ed eccoci difronte a questa cascata che potrebbe ricordare la stessa che si è vista nel film MISSION di R. Joffè del 1986. Ricordate che nel film si doveva percorrere un tratto di sentiero sotto la roccia oltre la quale scorreva la cascata?  Ecco.  Si può fare anche qui. E’ alta ma non altissima. E’ grande ma non grandissima. Rumorosa ma non troppo. Eppure incute una certa soggezione. Mi dicono che non c’è mai molta gente.  Immagino che durante la settimana non sia proprio nessuno.  Oggi, domenica 20 giugno, c’erano più o meno 30 persone.

Su questo tratto di strada se ne possono trovare anche altre cascate; che ancora, però, non conosco.  Se qualcuno apprezzerà questo “pseudo” resoconto, allora proverò a raccontare anche le altre tappe, altrimenti resterà un tentativo come tanti che si esaurisce qui.

Un’altra sorpresa, però, l’ha riservata la sosta che ho/abbiamo (eravamo in due) fatto a Chiusaforte per un breve ristoro.  Intanto meriterebbe fare due passi per le strade del comune, magari per farci la stessa domanda che ci siamo posti quando abbiamo superato le frazioni di 5 o 10 case.  Abbiamo trovato un bar con annessa una sorta di loggia coperta (ricordava molto i bar degli anni 60) dove avremmo potuto, volendo, anche mangiare: pizza, carbonara, frico, prosciutto crudo, lasagne, etc..   Noi ci siamo accontentati di 3 crostini al formaggio a testa ed un bicchiere di vino bianco.  Il pane era mediocre ma fresco; il formaggio era un montasio eccellente; il vino, un friulano senza infamia e senza lode; il tutto per euro 2,20 cadauno.  Avete letto bene: 2,20 euro a testa per 3 crostini ed un bicchiere di vino.

Il Comune di Chiusaforte ha pure realizzato dei luoghi dove i turisti possono fermarsi e mangiare ciò che si sono portati al seguito.  Ci sono tavoli, sedie e, se non ho visto male (ma non potrei giurarci) persino una toilette.  Ma con questi prezzi conviene assolutamente alimentare il turismo locale. Che ne pensate?

Non so se farò qualche altro resoconto.  Non credo di essere portato per questo tipo di scrittura… Ci vuole una fantasia che mi pare di non avere ..

Un saluto.

Zavoratti