Buongiorno a tutti,
pensate utile iniziare a parlare dello strumento che potrebbe cambiare la vita di tutti noi? Una maggiore confidenza con il PNRR potrebbe anche permetterci di comprendere meglio il lavoro di chi ci guida. Non darei una delega in bianco su un tema così delicato. Le future generazioni guarderanno alla nostra (o, meglio, potrebbero guardarci) con occhi di giudici severi. Vogliamo spezzare completamente il sottile file che ancora ci lega alle generazioni più giovani?
Uno sforzo lo dovremo fare e metterci mani e naso (e soprattutto cervello) dentro il PNRR. Da oggi, a piccoli passi, proviamo a comprendere di cosa si tratta e quali effetti potrà avere su ciascuno di noi.
Guida al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) delinea un articolato pacchetto di riforme e investimenti al fine di accedere alle risorse finanziarie messe a disposizione dall’Unione europea con il Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility – RRF), perno della strategia di ripresa post-pandemica finanziata tra[1]mite il programma Next Generation EU (NGEU).
I fondi a disposizione ammontano a 191,5 miliardi di euro, da impiegare nel periodo 2021- 2026, dei quali 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto e 122,6 miliardi di euro prestiti, finanziati attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, a cui si aggiungono ulteriori 30,6 miliardi di risorse nazionali del Fondo complementare e 13 miliardi del React EU, il Pacchetto di assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori di Europa.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) si articola in 16 Componenti, raggruppate in 6 Missioni:
- le 16 Componenti sono gli ambiti in cui aggregare progetti di investimento e riforma dei Piani stessi. Ciascuna componente riflette riforme e priorità di investimento in un determinato settore o area di intervento, ovvero attività e temi correlati, finalizzati ad affrontare sfide specifiche e che formino un pacchetto coerente di misure complementari.
- le 6 Missioni sono articolate in linea con i 6 Pilastri menzionati dal Regolamento RRF (Recovery and Resilience Facility), sebbene la formulazione segua una sequenza e una aggregazione lievemente differente.
Le 6 Missioni del PNRR sono:
- digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo;
- rivoluzione verde e transizione ecologica;
- infrastrutture per una mobilità sostenibile;
- istruzione e ricerca;
- inclusione e coesione;
- salute.
Il Governo italiano ha ufficialmente trasmesso il testo del PNRR alla Commissione europea il 30 aprile 2021, la quale il 22 giugno 2021 ha proposto una valutazione globalmente positiva.
Il 13 luglio 2021 il PNRR dell’Italia è stato definitivamente approvato con Decisione di esecuzione del Consiglio dell’Unione europea, che ha recepito la proposta della Commissione europea.
Il 13 agosto 2021 la Commissione Europea ha erogato il prefinanziamento da circa 25 miliardi di euro all’Italia, che rappresentano il 13% dell’importo complessivo dei prestiti e delle sovvenzioni presenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’erogazione di ulteriori fondi, invece, sarà autorizzata in funzione della realizzazione degli investimenti e delle riforme previsti nel PNRR.
Come dispone l’articolo 24 del regolamento Ue 2021/241, lo Stato «presenta alla commissione una richiesta debitamente motivata relativa al pagamento del contributo finanziario» due volte l’anno. Secondo quanto indicato nel decreto firmato il 6 agosto dal Ministro dell’Economia alla fine di ogni semestre è prevista la richiesta alla Commissione Europea di una rata di rimborso che sarà condizionata al raggiungimento di «obiettivi» o «traguardi» per un certo numero di riforme e progetti. La commissione valuta poi «se i pertinenti traguardi e obiettivi» siano stati «conseguiti in misura soddisfacente» e, in questo caso, autorizza l’erogazione del contributo finanziario.
Anno di conclusione del PNRR: 2026
Le riforme sono espressamente connesse agli obiettivi generali del PNRR, concorrendo, direttamente o indirettamente, alla loro realizzazione.
A tal fine, il Piano comprende 3 diverse tipologie di riforme:
- Riforme orizzontali o di contesto, d’interesse traversale a tutte le Missioni del Piano (innovazioni strutturali dell’ordinamento, idonee a migliorare l’equità, l’efficienza e la competitività e, con esse, il clima economico del Paese).
- Riforme abilitanti (interventi funzionali a garantire l’attuazione del Piano e in generale a rimuovere gli ostacoli amministrativi, regolatori e procedurali che condizionano le attività economiche e la qualità dei servizi erogati).
- Riforme settoriali, contenute all’interno delle singole Missioni (innovazioni normative relative a specifici ambiti di intervento o attività economiche, destinate a introdurre regimi regolatori e procedurali più efficienti nei rispettivi ambiti settoriali: ad es., le procedure per l’approvazione di progetti su fonti rinnovabili, la normativa di sicurezza per l’utilizzo dell’idrogeno).
A queste si aggiungono le riforme di accompagnamento alla realizzazione del Piano (sebbene non ricomprese nel perimetro del Piano, devono considerarsi concorrenti alla realizzazione degli obiettivi generali del PNRR: tra queste devono includersi gli interventi programmati dal Governo per la razionalizzazione e l’equità del sistema fiscale e per l’estensione e il potenziamento del sistema di ammortizzatori sociali).
Inoltre, le 6 Missioni del PNRR condividono priorità trasversali, relative alle pari opportunità generazionali, di genere e territoriali.
Oggi abbiamo dato allo strumento del PNRR un perimetro; nelle prossime settimane proveremo ad analizzare i singoli capitoli di intervento e vedremo se saremo in grado di comprendere almeno il senso generale di una operazione così complessa e allo stesso tempo affascinante.
Un saluto.
Zavoratti
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