Buongiorno e buona domenica,

L’Italia è tecnicamente uscita dalla recessione dopo che l’Istat ha corretto i dati del primo trimestre, portando la crescita del Pil da -0,4% a +0,1%. Un incremento minimo, ma sufficiente a indicare un cambio di direzione. Per il resto dell’anno si prevede una decisa accelerazione, oltre il 4%, come hanno fatto intendere le stime Ocse, condivise dal Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco.

Una conferma di questo quadro positivo arriva dall’indagine congiunturale del Centro Studi di Confindustria sull’andamento della produzione industriale avanzata a un ritmo moderato: aprile e maggio hanno segnato rispettivamente un +0,3% e +0,4%, che si aggiungono al +0,9% del primo trimestre. La variazione acquisita nel secondo trimestre è di +0,5%.

Accelera la domanda sia interna sia esterna ed è il comparto dei beni strumentali che fa ben sperare, complice anche il successo dell’agevolazione della Nuova Sabatini, le cui risorse stanziate sono andate esaurite anzitempo. Così come l’aumento della domanda sta mettendo alla prova la capacità produttiva, soprattutto in quei comparti dove si possono registrare blocchi di fornitura, carenza di materiali, fattori che hanno già portato a un aumento dei prezzi di approvvigionamento. L’aumento della produzione e degli ordini, soprattutto esteri, hanno spinto l’indice PMI manifatturiero ai livelli massimi da quando è stata avviata l’indagine (giugno 1997).

In qualunque azienda tu vada, il mood è sempre lo stesso: non arriva la materia prima; le ragioni? eccesso di domanda! conseguenze: aumento dei prezzi!

Mi auguro, tuttavia, che le lamentazioni si limitino alla necessità di soddisfare le molte abitudini improduttive di cui non riusciamo a fare a meno e il lamento ha effetti positivi nell’immediato ma gravi costi nel medio lungo termine.  Impegniamoci tutti, ciascuno nel proprio settore, a non far scappare anche questa opportunità di crescita…

Un saluto.

Zavoratti