Buongiorno a tutti,

oggi desidero raccontare una storia interessantissima e, per certi versi, persino commovente. La storia di “Big John”.

Lo scheletro di Big John è stato scoperto nel maggio 2014 dal geologo Walter Stein, con lo scavo completato nell’agosto 2015. Circa un anno fa, le ossa, ancora incastonate nella roccia, sono arrivate a Trieste, nel laboratorio Zoic, fondato 40 anni fa da Flavio Bacchia. Consiglio anche un viaggio virtuale nel sito della ditta ZOIC. Sarà una sorpresa per tutti. Qui sono rinati altri due dei più importanti Triceratopi scoperti, ora esposti in musei internazionali: Cliff, al Boston Museum of Science, e suo “cugino” al Gwacheon National Science Museum in Corea del Sud.

Big John visse nel tardo Cretaceo – l’ultima era dei dinosauri – in Laramidia, un continente insulare che si estendeva dall’attuale Alaska al Messico. È morto nella Formazione di Hell Creek (Sud Dakota, USA), un’antica pianura alluvionale che ha permesso di conservare il suo scheletro sino ai giorni nostri. Si stima sia vissuto circa 60 milioni di anni fa.  Non so a voi, ma a me una certa impressione la fa.

Nella scala dei tempi geologici, il Cretacico o Cretaceo, corrisponde al terzo e ultimo periodo dell’era Mesozoica. È compreso tra 145,5 ± 4,0 e 65,5 ± 0,3 milioni di anni fa (Ma), preceduto dal Giurassico e seguito dal Paleogene, il primo periodo della successiva era Cenozoica o Terziaria.

Lo scheletro fossilizzato e montato di Big John è lungo 7,15 metri dal muso alla punta della coda, con i fianchi che si alzano di 2,7 metri da terra. Il cranio del bestione è largo 2 metri e lungo 2,62. Uno studio comparativo condotto dall’Università di Bologna attesta le dimensioni eccezionali di questo cranio, dal 5 al 10 per cento più grande degli oltre 40 crani di triceratopo descritti finora dalla comunità scientifica. Big John è il più grande Triceratops horridus registrato scientificamente fino ad oggi. Il cranio di Big John è composto per il 75 per cento da ossa originali, con il 60 per cento dello scheletro completo. Una lacerazione sul colletto è probabilmente il risultato di un colpo di corno inferto da un altro animale durante un combattimento. Le lunghe corna caratteristiche della specie – due lunghe frontali e una più piccola nasale – lo rendono straordinario. Le corna sopra gli occhi di Big John sono lunghe 1,1 metri e larghe oltre 30 centimetri alla base, ciascuna in grado di sopportare una pressione di 16 tonnellate.

Che cosa impressione di questa storia?  Beh, diverse cose; innanzitutto che una piccola azienda di Trieste abbia investito una quantità enorme di risorse per questo tipo di ricerche; proprietà e tecnici si sono messi alla ricerca di fossili.  Lo fanno praticamente da sempre. In questo caso lo hanno fatto in Sud Dakota, evidentemente aiutati da studi preliminari; lo hanno trovato dopo vari tentativi in una proprietà privata; hanno dovuto trattare con il proprietario (la legislazione americana è completamente diversa da quella italiana); hanno acquistato delle rocce che hanno portato in Italia.  Da queste rocce è sorto Big John. Non so nemmeno immaginare il lavoro necessario per recuperare una figura intera di triceratopo lungo circa 8 metri per poi ricostruirlo.  Ebbene, tutto questo è stato fatto.  Poi subentra un’altra azienda, anch’essa italiana, che organizza l’asta per la vendita avvenuta ieri a Parigi.

John è andato all’asta per 5,5 milioni di euro, acquistato da un privato americano.  Cosa se ne possa fare un privato americano di un fossile non ne ho la più pallida idea e, detta tutta, nemmeno mi interessa.

Molto più interessanti sono stati gli studi su big John dai quali si è appreso persino la causa della sua morte avvenuta a circa 40 anni a causa di una infezione avvenuta a seguito di una ferita rimasta aperta e causata alla parte ossea del frill (la parte ossea del retro del cranio) presumibilmente da uno scontro avvenuto con un altro triceratopo.  Questo bestione mi fa tenerezza ..

Un saluto.

Zavoratti