Buongiorno a tutti,

Alle ore 11:36 del 14 agosto 2018 la sezione del ponte che sovrasta la zona fluviale e industriale di Sampierdarena, lunga 250 metri, è improvvisamente collassata insieme al pilone di sostegno numero 9, provocando 43 vittime tra le persone a bordo dei mezzi che transitavano sul ponte e tra gli operai al lavoro nella sottostante isola ecologica dell’AMIU, l’azienda municipalizzata per la raccolta dei rifiuti.

Certamente il fatto è noto per la sua cronaca ma appartiene anche al vissuto emozionale di ciascuno di noi.  Per settimane intere siamo rimasti incollati davanti la tv ed abbiamo vissuto, e condiviso (se mai è possibile) il dolore, l’amarezza, la rabbia, lo sgomento, per quanto accaduto! Quanto accaduto, che non poteva appartenere alle cose probabili anche se possibili. I genovesi vivevano sotto quel cavalcavia fin da quel 4 luglio del 1967, data della sua inaugurazione e senza sentirsi in pericolo.

Abbiamo vissuto anche altri aspetti di cronaca legati a quella disgrazia come, ad esempio, il convogliare la rabbia dei cittadini in manifestazioni sia spontanee che organizzate, contro quello che era ritenuto il responsabile del fatto, ovvero il gruppo AUTOSTRADE PER L’ITALIA ovvero ancora: ATLANTIA. Tra i principali azionisti di ATLANTIA si annoverano: Sintonia (contenitore di Edizione, holding operativa facente capo alla famiglia Benetton), GIC Pte Ltd, Fondazione CRT, Lazard Asset Management, HSBC Holdings.

A prescindere dalla proprietà, tanto i cittadini quanto taluni partiti politici, hanno identificato in ATLANTIA prima ed i BENETTON poi, i veri responsabili indiretti dell’accaduto. Cittadini e partiti coalizzati nel voler escludere ATLANTIA dalla gara di rinnovo per la concessione delle autostrade italiane. Se fosse stato possibile avrebbero anche chiesto di togliere la cittadinanza ai componenti della famiglia. Giusto? Sbagliato? Io non lo so!  So però che quei cittadini sono stati in qualche  modo “manipolati”  da chi aveva interessi diversi dai loro. Nomi e cognomi li conoscete tutti.

La notizia del fatto la rilevo dal quotidiano Repubblica di sabato 15 maggio. Un ottimo articolo di Sara Bennewitz, purtroppo a pag. 25 (sic!) denuncia un fatto apparentemente normale, in altre circostanze, quasi inverosimile nel caso di quanto accaduto al cavalcavia Polcevera. Riporto dall’articolo: “In vista del passaggio della maggioranza di Autostrade per l’Italia dal gruppo Atlantia al consorzio formato da Cdp, Macquarie e Blackstone il top management di Aspi – con in testa l’ad Roberto Tomasi – si aumenta lo stipendio fisso. … In particolare, Tomasi ha aumentato la retribuzione fissa da 635 mila a 750 mila euro l’anno, circa il 18%.”  Lo stesso accadrà anche per il responsabile degli affari legali e quello della finanza seppure, per questi ultimi, l’aumento verrà deciso dai compratori “secondo le regole di mercato”.

E’ vero che tutti i vertici di ASPI, dopo il crollo del ponte, erano stati sostituiti così come erano stati sospesi gli incentivi di lungo termine; mentre quelli di medio e breve termine erano stati subordinati al raggiungimento degli obiettivi. Obiettivi che non sono stati raggiunti ma che, nel caso lo fossero stati, avrebbero permesso al Tomasi di acquisire in più il 150% del fisso.  Indegno!   Indegno, perché devo mascherare la mia invidia ovviamente!

Ma tornando alla manipolazione dei cittadini, ora mi chiedo se è ancora rintracciabile in loro la rabbia che aveva spinto quella gente, forse legittimamente, a chiedere la testa di quelle persone? Dov’è oggi quella gente che, dal punto di vista politico non esiste più? Dov’è oggi quella gente che non alza la voce, non esprime la propria indignazione, nei confronti di quella stessa società che ieri aveva permesso, o forse è meglio dire, non aveva impedito il crollo del ponte, mentre oggi quella stessa società, d’accordo con i compratori, aumenta lo stipendio dei top manager? Top manager che a meno di 1 anno dal loro insediamento non possono certamente aver risolto tutti i problemi di AUTOSTRADE e quindi non possono aver dato prova delle loro capacità. Ciò non di meno, complici vecchia e (forse) nuova proprietà, il loro stipendio aumenta.  Qualcosa in questo modo di ragionare e di vivere non funziona! Anche a non prendere ad esempio quanto appreso in questi giorni circa i compensi del Presidente Draghi!  E quindi, o quella gente era “manipolata” allora quando manifestava la propria rabbia e dolore, seppure senza saperlo, o è “manipolata” oggi quando è relegata alla totale indifferenza e gli è stato fatto credere che va tutto bene…

Ma c’è un aspetto, tra tutti, che dovrebbe amareggiare fortemente. La condivisione di tutta questa operazione, da parte di Cdp (Cassa depositi e prestiti); ovvero la condivisione di tutti noi! Tacere è indegno. Tacere è complicità. Tacere è, appunto, condivisione.

Un saluto.

Zavoratti.