Buongiorno a tutti,

ora ci concederemo un paio di giorni di vacanza in ossequio alla festività del 15 agosto quale festa dell’Assunzione.  Un dubbio: il 15 agosto è solamente questo? O forse trae origine anche da qualcos’altro?  Le tracce più recenti di questa festività risalgono al 1925 durante il ventennio fascista.

Ma le origini del Ferragosto sono di qualche millennio antecedenti la marcia su Roma dell’ottobre del 1922. E se il 15 agosto facciamo gite fuori porta, mangiamo al sacco e, soprattutto, nessuno lavora, lo dobbiamo proprio al regime fascista, che ha istituzionalizzato la festa estiva per eccellenza così come la conosciamo oggi.

Andiamo con ordine, però. Ferragosto, come termine, è di origine latina e deriva da feriae Augusti (riposo di Augusto) termine che indicava una festività istituita, per l’appunto, dall’imperatore Augusto nel 18 a.C. per celebrare i raccolti e la fine dei principali lavori agricoli. L’idea sottostante era quella di istituire una festa che collegasse le altre feste agostane come i Vinalia rustica o i Consualia.

L’anello mancante, insomma, per consentire un lungo periodo di riposo dopo le fatiche del raccolto. Tutte assieme, queste ferie venivano chiamate augustali in onore proprio dell’imperatore che ha dato anche il nome al mese. I romani sapevano veramente vivere!

Tuttavia – eccoci al punto – prima del Fascismo, il Ferragosto non era veramente il Ferragosto che festeggiamo oggi. Una curiosità trovata sul web è il piatto tradizionale di ferragosto prima del 1925: il piccione arrosto.

Comunque, una volta salito al potere, il regime decise di organizzare, attraverso le associazioni dopolavoristiche delle varie corporazioni, centinaia di gite popolari.

Il governo, di suo, ci mise i treni popolari di Ferragosto – quelli che arrivavano sempre in orario: una fake news tra le più resistenti a morire – con prezzi fortemente scontati. Questo permise anche alle classi sociali meno abbienti di visitare le città italiane o di raggiungere le località marine o montane. L’offerta era limitata al periodo tra il 13-15 agosto e poteva essere acquistata in due formule:

  • la gita di un sol giorno, nel raggio di circa 50-100 km;
  • la gita dei tre giorni a 100–200 km di distanza massima.

Durante queste gite la maggior parte delle famiglie italiane ebbe per la prima volta la possibilità di recarsi in villeggiatura al mare, in montagna e nelle città d’arte. Poiché le gite non prevedevano il vitto nacque, così, anche la collegata tradizione del pranzo al sacco.

Mentre per la tradizionale grigliata di Ferragosto, bisognerà attendere il boom degli anni ’50: anche in questo caso una coincidenza con la nascita del dogma dell’Assunzione?

Buon ferragosto

Zavoratti