Buongiorno a tutti,

abbiamo forse sentito dire che da “domani” potremmo trovare al supermercato la “carne coltivata”? E di cosa si tratta?  La definizione la recupero da WIKIPEDIA:

La carne coltivata o carne pulita (o anche carne sinteticaartificiale o in vitro) è un prodotto di carne animale che non è mai stato parte di un animale vivo.

Nel XXI secolo, diversi progetti di ricerca sono riusciti nella produzione di carne in vitro nei laboratori. Il primo hamburger in vitro, creato da una squadra olandese, è stato mangiato ad una dimostrazione per la stampa a Londra ad agosto 2013. Rimangono diverse difficoltà da superare prima che la carne in vitro diventi disponibile in commercio. La carne coltivata è estremamente costosa, anche se ci si aspetta che il costo possa essere ridotto per competere con quello della carne ottenuta convenzionalmente grazie al miglioramento delle tecnologie. Alcune persone sostengono che sia necessario un sostanziale cambiamento nell’industria della carne: rispetto alla carne ottenuta tradizionalmente, la carne coltivata è preferibile sia da un punto di vista etico, dal momento che non richiede uccisioni e riduce i rischi di crudeltà sugli animali, ma soprattutto su quello economico, dato che riduce drasticamente l’impatto sia monetario che ambientale dell’industria della carne. Altri invece non condividono l’idea di mangiare carne che non si sia sviluppata naturalmente.

Sembrerebbe, stando alle dichiarazioni del prof. Russel Ross, inventore della carne coltivata che, covid permettendo, nel 2022 potremmo avere la prima disponibilità di questo nuovo prodotto.   Non c’è ombra di dubbio che occorra risolvere il problema dell’allevamento degli animali destinati all’alimentazione umana, fonte di una quantità di problemi infinita:

— l’uso di antibiotici

— la resistenza dell’uomo ad una serie di antibiotici

— l’emissione in atmosfera di metano

— ultimo, ma certamente primo nella scala dei valori, il metodo di allevamento degli animali.

Ora però, c’è chi si pone il problema di capire se effettivamente, la produzione di carne coltivata, risolva tutti questi problemi. Un articolo della rivista on line FOCUS del 2019 sembrerebbe dire che le cose non stanno proprio come ci hanno fatto credere.  Per ora atteniamoci alle cose certe piuttosto che ai “condizionali” di alcuni operatori anche se attendibili.  Certo è che nel 1995, l’FDA (Food and Drug Administration) americana ha dato parere favorevole riguardo la produzione di carne artificiale e ha considerato sicuri per la salute umana i suoi metodi di produzione.

La carne coltivata, essendo maggiormente controllata nella produzione, risulta in linea teorica verificabile dal punto di vista della composizione. Di conseguenza, sarebbe possibile ad esempio evitare la presenza di sostanza chimiche tossiche come pesticidi e antibiotici che si potrebbero ritrovare in quella tradizionale. Alcuni hanno proposto l’addizionamento degli omega-3 alla carne sintetica, che potrebbe anche essere usata anche a scopo nutraceutico.

Inoltre, la carne artificiale risulta maggiormente sicura anche dal punto di vista microbiologico, perchè meno soggetta a contaminazioni batteriche e microbiche dovute ad esempio alla macellazione degli animali o a loro patologie, come nel caso dell’influenza aviaria e al morbo della “mucca pazza“. Nonostante in laboratorio vi possano essere errori nelle procedure che porterebbe a delle potenziali contaminazioni, questo rischio sembrerebbe comunque minore rispetto alle contaminazioni causate dagli allevamenti e dalla macellazione.

La carne artificiale presenta anche altri vantaggi rispetto a quella tradizionale. Infatti, la prima avrebbe un minor impatto ambientale, portando alla riduzione dei consumi energetici di circa il 45% e della terra necessaria alla coltivazione, che sarebbe solo il 2% di quella destinata all’allevamento. Inoltre, la carne artificiale porterebbe ad un significativo risparmio di acqua e ad una minor emissione di gas serra.

Un saluto.

Luc